Lui & Lei
Una singola milanese
di milanosexyincontro
30.03.2020 |
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"Ci saremmo visti dopo cena, se e solo se si fosse messa in tiro a dovere..."
Ci sono delle mattine in cui ti svegli e non sai che giornata ti aspetterà. L'unica cosa che sai è che hai una voglia matta di fare sesso, di godere e far godere, di svuotarti le palle di tutto il nettare e di arrivare a fine giornata pensando che la vita, quel giorno, aveva avuto un senso per il solo fatto di esserti fatto una bella chiavata. Il sesso crea dipendenza, come ogni vizio. E come ogni vizio va assecondato, ma anche dominato, perché il giorno in cui non lo domini più diventi sgradevole, irruento e pericoloso, per te e per gli altri. Quella mattina non ero in astinenza, venivo da giorni sessualmente piuttosto attivi ma necessitavo di uscire di casa, di vagare verso una meta, flirtare in maniera lussureggiante, fottere alla grande e tornare a casa, in scooter o a piedi, sigaretta alla bocca. Con le ultimissime gocce di sperma che dolcemente fuoriescono nei boxer mentre cammini in strada, l odore del sesso ancora addosso, il corpo ancora caldo.
Un mio carissimo amico quella mattina mi disse che un vero toro monta tutte le vacche. Gli risposi che invecchiando si diventa sempre più esigenti, e che alla mia veneranda età non mi interessava più montare qualsiasi vacca ma sceglierle con cura, quasi fosse un rito.
Messi da parte vacche e tori, lasciai traccia di me un po ovunque, sui siti di annunci, sulle app di incontri e ovviamente sulla messaggistica privata con persone che già conoscevo.
Nel primo pomeriggio dovetti iniziare a definire i termini della serata. Esclusi tutti i fake del web e le perdite di tempo, ed esclusi tutti i nuovi contatti impossibilitati per un incontro la sera stessa, mi concentrai su chi già conoscevo.
Rosa aveva risposto molto calorosamente ed era passato un po di tempo dal nostro ultimo incontro. Iniziavo a vedere la luce in fondo al tunnel, intravedevo il set, gli attori, l empatia e il piacere umano. Ci saremmo visti dopo cena, se e solo se si fosse messa in tiro a dovere. La volevo bella, elegante, ben vestita e terribilmente sexy. Mi sentivo estremamente lussurioso, più del solito.
Ci accordammo intorno alle 16 e non ebbi più sue notizie fino alle 22, ora prevista per il nostro incontro. Potetti quindi chiudere tutti i social e le community per rilassarmi qualche ora. Finalmente la strada era spianata per poter iniziare a godere mentalmente. Perché io adoro iniziare a godere con la mente. L' attesa di una persona ben definita, delle sue incredibili qualità. E' proprio vero che l'attesa è essa stessa il piacere. Un piacere che ti accompagna durante tutto l'arco della giornata, durante le commissioni in giro per la città, durante gli allenamenti in palestra, sotto una bella doccia pochi attimi prima di uscire per andare da lei.
Arrivai in orario. Citofonai e mi recai all'ultimo piano. Un piano alto, tranquillo, intimo, lontano da tutti. Sotto i tetti, magnifiche travi in legno Massiccio a vista. La porta era aperta. Lentamente entrai, facendomi strada in un ambiente dalla luce soffusa con musica chillout di sottofondo. E subito mi rilassai. Amo questi ambienti, è il mio ambiente naturale. Sono un animale notturno, schivo, che si nasconde. Selvaggio e terribilmente metropolitano allo stesso tempo. Di notte vivo, scrivo, ascolto musica, desidero, mi eccito e scopo. Di notte, nel vedo non vedo, mostro il mio vero volto, che di giorno fatico a mostrare.
Mi tolsi le scarpe e i calzini e li riposi a lato nell'ingresso, incuriosito ed eccitato di girare l'angolo di quel mini ingresso. Di affacciarmi sul salotto e voltarmi verso la cucina a vista dove probabilmente l'avrei trovata. E infatti Bingo! Era lì, che finiva di sistemare. Venne verso di me ridendo e sorridendo, abbracciandomi calorosamente e con vigore, e facendomi immediatamente sentire di casa. Una sensazione magnifica. L incontro di due persone prima che lo scannatoio inizi. Prima delle lingue attorcigliate, prima degli sputi, delle sculacciate e degli ingoi.
Terminato l'abbraccio feci un passetto indietro per ammirarla bene e con calma. Era piccolina, ma tonica. Un bellissimo corpicino dalle curve terribilmente femminili e sensuali. Non potetti impedirmi di non ricordarglielo. La classica donna circondata di uomini dentro e fuori azienda che ci provavano in tutti in modi e che lei inesorabilmente scartava. Non le interessavano soldi, macchine, colpi di scena. Era una pura lei, guardava dentro, senza disdegnare il fuori, cazzo compreso. Nei suoi 49 anni di vita aveva imparato tanto, e non si sarebbe più accontentata. Meglio una bella scopata sentita che una relazione moscia.
Sapeva farmi sentire speciale, ma quella sera lo fece in maniera particolare. Tacco nero e abitino anch'esso nero che lasciava intravedere delle bellissime calze autoreggenti sotto, ovviamente nere. Ero in estasi, i miei occhi godevano, mentre la mia curiosità, alle stelle, si domandava cos'altro ci fosse da scoprire sotto quell'abito. Amo la lingerie, amo le sorprese, amo scoprire il vestito di scena che la donna sceglie per salire sul palco del sesso, l armatura che sceglie prima di scendere sul terreno dello scontro, la guerra dei sessi.
Era bellissima, terribilmente sexy e birichina. E il fatto che ci conoscessimo già rese molto rapidamente il contesto terribilmente eccitante.
Amo aspettare. Amo il desiderio. Amo parlare. Condividere un buon momento. Creare l'intimità e l'empatia, anche quando, come in questo caso, non era necessario. Mi preparò uno dei suoi cocktail di battaglia a base di rum mentre io mi rullavo la mia sigaretta. La conversazione, le risate e gli sfottò erano eccitanti più del solito. Ci sedemmo sul divano, drink in una mano, sigaretta nell'altra. Le nostre gambe una sull'altra. E il clima fu immediatamente intimo. Avete mai notato quanto ridere ed eccitazione siano le due facce di una stessa medaglia? Chi ride è spesso già eccitato, da tempo. Chi ride desidera. E' caldo e passionale.
La conversazione proseguì spedita tra battute sulla vita di tutti i giorni e frecciatine sessuali che avevano come unico scopo quello di stuzzicarci e di accendere finalmente una miccia che, qualche attimo dopo, avrebbe generato l'esplosione ormonale. Il flirt è un momento terribilmente sexy. Ha una sua giusta durata e non può durare troppo, pena il creare un dubbio nell'altro che tu non abbia così tanta voglia di concludere in bellezza. E non deve durare nemmeno troppo poco, perché non permette alle menti di "sincronizzarsi" e di desiderarsi.
Fumai una seconda sigaretta, mentre con calma mi apprestavo a terminare il mio drink. Con una frase di circostanza trovai una quadra al nostro ragionamento, abbassai i toni della conversazione e spensi la sigaretta, guardandola negli occhi. Il momento era giunto.
Serena ed eccitata si avvicinò a me baciandomi con passione. L'attendevo. Sentivo la sua voglia in ogni movimento che faceva. Le nostre lingue si intrecciarono molto rapidamente. Sentii le sue mani accarezzarmi con foga e vigore, mentre io avventuravo le mie praticamente ovunque. Volevo tastarla, sentirla, toccarla ovunque. Gambe, tette, culo, caviglie e piedi inclusi.
Iniziammo rapidamente a denudarci, il momento di fare sul serio era giunto. Di liberarsi dei nostri indumenti, di scoprire l' intimo che indossava e di chiavare selvaggiamente.
La aiutai a sfilare una lunga cerniera che dalle scapole arrivava al fondoschiena. Lasciò scivolare per terra l'abito facendomi scoprire ciò che tanto attendevo, il sotto. Un bellissimo body a mo di vestaglia in pizzo che copriva un intimo ricercato, perizoma nero anch'esso in pizzo abbinato ad un reggiseno dalle sfumature argentate. Insieme alle autoreggenti, il suo look era tremendamente sexy, femminile e sensuale. Scatenavo dentro di me i miei pensieri più lussureggianti, ed eccitato come pochi mi tolsi subito i pantaloni e il maglione. In piedi davanti a lei, vidi la la sua mano accarezzarmi il pacco, sempre più gonfio, duro e intrappolato nei boxer. Con fare delicato e deciso, me li abbassò, lo tirò fuori e se lo mise in bocca, iniziando a spompinarmi con vigore. Raggiunsi rapidamente la massima erezione e iniziai a godere come un porco lussurioso, tanto da chiederle di sputarci sopra. Era bravissima nell'arte del suonare il flauto insaccato dalla gonfia coppola rosacea. Ancora una volta, capii quanto io ami e quanto mi piacciano le donne che amano prendere il cazzo il bocca. La lasciai lavorare un po osservandola con gioia e accarezzandole il seno, il viso e la schiena, prima di sdraiarla sul divano e di dirle che era giunto il momento che più attendevo, quello dove mi avrebbe mostrato il frutto proibito. Il frutto del piacere. Il frutto più misterioso e meraviglioso del mondo.
Si mise comoda, la schiena sui cuscini, e mi aprì le gambe alzandosi il body sulla pancia. Io mi abbassai, mettendomi in ginocchio. Con la testa mi strusciai sul suo monticulo di Venere, per poi scendere e con il naso e puntare la farfalla. La sentivo gonfia, calda, e non resistetti. Con due dita allargai il perizoma. Finalmente era lì davanti a me, la sua incredibile e meravigliosa fica. Fradicia, gonfia e già aperta come una cozza che ha già buttato fuori tutta l'acqua. Solo che in questo caso l'acqua da buttare fuori sarebbe stata ancora tanta.
Iniziai a leccargliela dolcemente, per proseguire con sempre più vigore e fermezza. Afferrandole il clitoride gonfio e duro coi denti; scopandola con tutta la mia lingua dentro la sorca e infine alzandole il culo con la forza delle braccia per arrivare a leccargli il buco del culo. Ogni buco è piacere, ogni buco è eccitante. Quando profumato, pulito e fatto bene, il buco del culo è attizzante quanto una bella figa, almeno da leccare. Ci sputai sopra abbondantemente, per poi risputargli sulla figa e continuare a sditalinarla con due dita mentre lei, appena ne aveva avuto la possibilità, me lo aveva ripreso in bocca.
Ad un certo punto mi fece segno di proseguire in camera. Così ci alzammo, buttai giù l ultimo sorso del mio drink e ci avviammo bollenti verso la camera. Attraversammo il salotto, dal quale presi la scatola di preservativi sul tavolo accanto al bonzai, passammo davanti alla cucina a vista, e qualche passo dopo arrivammo sul bel lettone matrimoniale in camera da letto.
Un breve e intenso 69 prima di alzarmi e prendere un condom sul comodino. Lo infilai e d'istinto mi misi su di lei. Lei aprì le gambe e la penetrai con vigore, afferandola con le mani per le gambe e per il culo. Poco dopo sentii il suo primo orgasmo, intenso e voluto. Mi alzai in ginocchio e le afferrai le gambe allungandomele lungo il petto, per continuare a prenderla senza ritegno. Il suo corpo era completamente sciolto, rilassato, accogliente. Di lì a poco, senza sapere come, ci ritrovammo dalla parte opposta del letto, a pecora. Il culetto di Rosa era meraviglioso. Spalancato davanti a me, con quella luce soffusa che lo rendeva abbronzato, mulatto. Sodo, tonico, sul quale lo schiaffo rimbomba di salute fisica, di animale. Non potetti trattenermi dal continuare a prenderla con foga, le mani sui fianchi per tenerla bella ferma, quasi fosse una cosa mia. Qualche schiaffo sul culo ben assestato e subito dopo un altro orgasmo. Ogni orgasmo era più bello del precedente. Ma l'ultimo, il più bello, lo raggiunse quando venne sopra.
Non amo sempre dominare. Amo altrettanto essere dominato, essere l oggetto del suo piacere. Essere scopato, usato per godere. Ed e così che andò. Le mani sul mio petto per reggersi meglio mentre mi cavalcava, iniziò a stusciarselo sul suo punto G, per salire rapidamente ed inesorabilmente verso un potente orgasmo che la fece letteralmente crollare su di me, ansimante e tremante di piacere. Vederla così era la cosa che mi eccitava di più, tanto da iniziare a provare il desiderio di voler venire anche io. Di sborrare. Di liberarmi di tutta quella magnifica tensione. E di accasciarmi anche io. Sempre sotto di lei, le afferrai bene il culo chinandola leggermente verso di me per prenderla meglio, con più foga. Fino alla fine. Oramai all" apice del mio piacere, arrivai presto nel giardino dell'Eden, quel giardino che precede di pochi attimi la sborrata dove hai il cazzo che inizia ad avere movimenti e vibrazioni proprie. Dove avverti un calore che si espande ovunque, mentre il nettare brucia la risalita lungo la verga venosa per spruzzare finalmente fuori. Un momento magnifico, il momento che avevo tanto atteso durante tutto l'arco della giornata. Che orgasmo, che incontro, che scopata sublime.
Il corpo completamente rilassato e la mente sgombra da ogni pensiero, ci adagiammo uno accanto all'altro per riprendere fiato. La mia mano rilassata sul culo, la sua sul petto. Restammo qualche minuto così prima di alzarci e di tornare verso il salotto. Passando dalla cucina ne approfittai per abbandonare il preservativo in un fazzoletto e prendere una bottiglia d'acqua. Regnava un silenzio quasi religioso. Non c'era nulla da dire. Nulla da commentare. Eravamo perfettamente consapevoli del piacere che ognuno di noi aveva avuto da questo coito meraviglioso. Ritornati sul divano mi rullai un ultima sigaretta. Restammo così. Sporchi di sesso. In silenzio davanti alla finestra per qualche attimo, prima di recuperare lo spirito gagliardo e giocoso che ci caratterizzava. Terminata la sigaretta, le dissi che quando ci si diverte purtroppo il tempo vola, e che era giunta l'ora di chiudere la serata. Meritava di riposare, una giornata impegnativa l'attendeva l' indomani.
Raccolsi i miei indumenti sparsi per il salotto e mi rivestii, ringraziandola dell'ospitalità e della bellissima serata in compagnia. Ricambiò calorosamente e una volta pronto, mi accompagnò alla porta di casa. Ci baciammo con passione e dolcezza, stanchi e felici. Ci saremmo rivisti ancora, come sempre, chissà quando. Le lanciai un ultimo sguardo e un sorriso prima di richiudere la porta dell'ascensore.
Arrivato giù, scesi le scale e uscii dal palazzo. Una volta in strada, mi avviai verso casa fumandomi un'ultima sigaretta, mentre sentivo le ultime gocce di sperma fuoriuscire nei boxer. Tutto ciò che avevo desiderato fin dalla mattina stessa. Impiegai circa 20 minuti per rientrare a casa. Una volta arrivato mi preparai un caffe e presi il cellulare per avvisare Rosa che ero tornato sano e salvo. Non potendomi trattenere dallo scherzo, le scrissi "tutto a posto, sono a casa. Bellissima sveltina stasera". Si mise a ridere, dandomi la buonanotte. Passai dal bagno e mi spogliai per mettermi a letto, dove qualche attimo dopo mi addormentai beato. Perché quel giorno la mia vita aveva avuto un senso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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